Smartwatch e salute: quanto sono davvero affidabili i sensori
Gli smartwatch hanno trasformato il nostro rapporto con la salute. Non si limitano più a contare i passi, ma promettono di misurare parametri che fino a pochi anni fa richiedevano strumenti medici dedicati. La frequenza cardiaca, l’ossigeno nel sangue e persino lo stress sembrano a portata di polso. Ma quanto sono affidabili queste misurazioni e, soprattutto, come dovremmo interpretarle?
Frequenza cardiaca e limiti del sensore ottico
La maggior parte degli smartwatch utilizza un sensore ottico PPG, che proietta luce sulla pelle e analizza le variazioni del flusso sanguigno. In condizioni di riposo i dati sono spesso molto vicini a quelli di strumenti professionali, ma durante attività intense i movimenti del polso possono introdurre errori. Per l’uso quotidiano la precisione è più che sufficiente, mentre per chi segue protocolli medici o allenamenti professionali rimane consigliabile affidarsi a fasce toraciche, ancora più accurate.
Ossigeno nel sangue: un dato indicativo
Negli ultimi anni molti modelli hanno introdotto il sensore SpO₂, utile per monitorare l’ossigenazione del sangue. Non sostituisce un pulsossimetro clinico, ma offre indicazioni utili a chi vive in altura o vuole tenere sotto controllo eventuali cali notturni. L’affidabilità varia da dispositivo a dispositivo, e i dati vanno sempre letti come tendenza generale piuttosto che come valore assoluto.
Analisi del sonno e qualità del riposo
Gli smartwatch promettono un’analisi dettagliata delle fasi di sonno leggero, profondo e REM. In realtà si tratta di stime basate su movimento e frequenza cardiaca, quindi non comparabili a una polisonnografia. Ciò non significa che siano inutili: osservare l’andamento nel tempo permette di capire se dormiamo a sufficienza e se le nostre abitudini migliorano o peggiorano la qualità del riposo.
Stress e benessere mentale
Sempre più dispositivi includono un indice di stress calcolato attraverso la variabilità della frequenza cardiaca. Non è un indicatore medico, ma può diventare un campanello d’allarme. Alcuni smartwatch suggeriscono esercizi di respirazione guidata, utili per ritrovare calma in momenti di tensione. È un approccio semplice, ma può aiutare a sviluppare maggiore consapevolezza del proprio stato emotivo.
Come leggere i dati senza farsi ingannare
La vera forza degli smartwatch non è fornire diagnosi mediche, ma creare consapevolezza quotidiana. Guardare i dati ogni giorno permette di cogliere i cambiamenti, non tanto il singolo valore. Un aumento costante della frequenza cardiaca a riposo o una riduzione progressiva delle ore di sonno possono spingerci a correggere le abitudini o a consultare un medico. Gli smartwatch diventano così un diario digitale della salute, utile a supportare decisioni consapevoli.
